TEXAS, U.S.A. - Voci dal Braccio della Morte

          Ultimo aggiornamento: 22/10/2008
   

PER UN AMICO SPECIALE

(di: Vi Brighton - Gran Bretagna)

Sabato 20 maggio 1995 io ero tra i privilegiati che partecipavano a un seminario del Braccio della Morte in Angola, Louisiana, ed ero presente quando Warden Cain annunciò la sua intenzione di introdurre la visita "contatto" ai prigionieri del braccio. Sono sicuro che potete immaginare l’esuberanza con cui venne ricevuto questo annuncio! Già, fu un momento di gioia e forte emozione per tutti, accompagnato da abbondanza di sorrisi, lacrime e abbracci fra noi.

Non fu che qualche settimana più tardi, e molte miglia più a ovest, nello stato del Texas, che realizzai il significato ed il valore dell’azione di Warden Cain a un livello più profondo e personale. Il mattino del 21 giugno fu quello che mi portò l’evento che attendevo da più di 4 anni. Alle 10 avrei avuto la mia prima visita "contatto" con il mio caro amico Karl Hammond. Durante tutto questo tempo non ci era stato permesso questo privilegio. Ora c’era finalmente l’opportunità di toccare il mio amico! Ora nessuna gabbia, nessun vetro blindato a separarci!

Ma nonostante il fatto che tutte queste barriere erano state rimosse, quel giorno che avrebbe potuto essere di emozione e risate gioiose diventò invece una strana ed amara esperienza: Karl non poteva rispondere al mio tocco. Perché appena pochi minuti prima dello stesso giorno, lo stato del Texas aveva ucciso il mio caro amico Karl. Fu allora, in piedi nella funeral home di Huntsville che capii tutto l’impatto dell’azione di Warden Cain. E ringraziai silenziosamente Dio per quell’uomo che aveva il coraggio delle sue convinzioni, un uomo che era preparato a fare quello che sentiva essere giusto ed umano. Per la sua compassione e la sua comprensione umana, a molte persone in Louisiana in futuro sarà risparmiata questa agonia. Perdere una persona a cui si vuole bene con questo premeditato rituale di morte è un dolore che va al di là delle parole. Ma essere privati del dono di Dio del tatto nella comunicazione con lei anche solo per un momento, esacerbando questo dolore inutilmente è una crudeltà alla quale nessun uomo, donna o bambino dovrebbe essere soggetto.

Tuttavia quei momenti, anche se pieni di tristezza, furono preziosi, ed ogni istante mi rimarrà impresso per sempre. Pensai ai 9 lunghi anni spesi da Karl nel sepolcro dell’Ellis 1, a come gli spazi aperti e l’erba soffice della campagna, che amava così tanto, fossero stati scambiati con un mondo di pesante brutalità e freddo acciaio grigio. Poi ricordai l’uomo alto con una voce dolce e un sorriso splendido. Una persona calda e affettuosa che spesso si preoccupava più dei MIEI sentimenti, la MIA sicurezza, la MIA salute che della propria. Sorridevo e ripensavo al giorno in cui si era messo a cantare nella sala visite, e a quanto avevamo riso quando disse quanto sarebbe stato più divertente se gli avessero permesso di portare la sua chitarra di sopra!

Ripercorsi poi con la mente le fasi del processo originario: e come a quell’uomo pieno di panico che protestava disperatamente la sua innocenza - che reclamò chiaramente fino alla fine! - fosse stata tappata la bocca per impedirgli di parlare.

Karl era un essere umano molto ordinario, che aveva fatto sbagli nella vita e commesso errori di giudizio, come voi e me; non pretendeva altro. Ma a differenza nostra non ebbe mai la possibilità di "partire". Quest’uomo caldo e comunicativo, che avevo conosciuto così bene attraverso le sue lettere, aveva così tanto da dare se non fosse stato alla mercè di un sistema che non gli ha mai permesso (come a tanti altri) di raggiungere il suo potenziale. Eppure nonostante la paura, la solitudine e la deprivazione, in qualche modo è sopravvissuto all’umiliazione e alla crudeltà peculiari del braccio della morte, conservando la sua dignità e il rispetto per se stesso fino alla fine.

Il mondo non conobbe mai l’uomo gentile e sensibile che fu il mio amico. Anche se lo stato del Texas derubò quell’uomo della sua libertà per così tanti anni e alla fine, della sua vita, niente distruggerà o appannerà mai la bella amicizia che avevamo condiviso.

Karl, sono orgoglioso di essere stato tuo amico. Sono onorato di aver conosciuto il tuo amore e la tua fiducia. Ogni ricordo di te mi sarà eternamente caro, lo conserverò con profondo rispetto. La mia vita è tanto più ricca per averti conosciuto, e mi manchi più di quanto le parole possano esprimere. Niente potrà mai giustificare il furto calcolato e deliberato della tua vita. Ma mentre ti rimpiango oggi, guardo avanti al giorno della resurrezione, quando il dolore e il rimpianto e la morte non esisteranno più. E so che nell’eternità ci rincontreremo - rinnovati, ristorati, redenti.

Fino ad allora buona notte, amico caro. Riposa in pace. Ti rivedrò al mattino.


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